Sarà certo un'esortazione di parte, con lo scopo di consentire al porto di Amburgo di rimanere competitivo nel segmento del traffico containerizzato nonostante gli annosi problemi di navigabilità dell'estuario dell'Elba attraverso cui si accede allo scalo portuale tedesco, al quale indipendentemente dal livello della marea attualmente possono arrivare navi con un pescaggio massimo di 12,8 metri, tuttavia la proposta rivolta all'Unione Europea dalla Unternehmensverband Hafen Hamburg e.V. (UVHH), l'associazione degli operatori di Amburgo che operano nel segmento del traffico dei container, potrebbe essere accolta con favore anche da altri porti europei, anch'essi alle prese con il problema del reperimento dei fondi necessari per adeguare le proprie infrastrutture a ricevere navi portacontenitori di dimensioni e capacità sempre maggiori.
La proposta è, almeno nella formulazione, semplice: secondo la UVHH, l'UE dovrebbe introdurre nei regolamenti antitrust misure per impedire alla principali compagnie di navigazione del trasporto containerizzato di dotarsi di navi di dimensioni e capacità superiori ad una soglia stabilita.
«Navi più grandi - ha spiegato il presidente dell'associazione degli operatori di Amburgo Gunther Bonz - richiedono ulteriori ingenti investimenti nelle infrastrutture dei porti». Questi investimenti - ha specificato - sono principalmente a carico dei contribuenti e, a tal proposito, ha ricordato che si prevede che i lavori per l'adeguamento del canale navigabile dell'Elba costeranno circa 780 milioni di euro. Per dovere di cronaca è necessario chiarire che Bonz è rappresentante del gruppo terminalista tedesco Eurogate, che nel porto di Amburgo gestisce l'Eurogate Container Terminal Hamburg e quindi deve necessariamente programmare l'adeguamento delle attrezzature del terminal alle navi di maggiore capacità e dimensione, ed è anche presidente di Feport, la federazione dei terminal operator privati europei.