Firmato memorandum of understanding. L'autorità portuale italiana seguirà progetti pilota nelle province di Shanghai, Ningbo e Shenzhen.
Un accordo per promuovere progetti per lo sviluppo di traffici fra Trieste e la Cina. Lo hanno sottoscritto martedì a Shanghai, nell'ambito della seconda edizione della China International Import Expo (CIIE), l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e la China Communications Construction Company (CCCC), accordo analogo a quello che il colosso delle costruzioni cinese dovrebbe siglare col porto di Genova, scalo che nel frattempo a giugno ha stretto un accordo commerciale con il distretto di Shenzhen.
Il memorandum of understanding prevede che lo scalo giuliano supporti l'ente cinese nello sviluppo di progetti pilota, che saranno localizzati nelle aree ad alto potenziale economico di Guangzhou e di Jiangsu, nel retroterra dei porti di Shanghai, Ningbo e Shenzhen, tutti scali dei servizi intercontinentali che fanno capo a Trieste. Inoltre, nella prospettiva di rafforzare il ruolo di tutte le strutture logistiche della regione portuale del Mare Adriatico Orientale, CCCC e il porto di Trieste collaboreranno anche per permettere l'attivazione nel territorio regionale da parte del gruppo cinese di uno o più magazzini.
Secondo il presidente del porto di Trieste, Zeno D'Agostino, il memorandum «definisce un ruolo attivo del sistema pubblico italiano nello sviluppo della logistica, a favore di una delle qualità economiche più importanti del nostro Paese, il Made in Italy». L'Autorità di sistema dell'Adriatico Orientale, spiega una nota dell'ente giuliano, non avrà alcuna partecipazione diretta al rischio dello sviluppo delle piattaforme ma collaborerà come «parte attiva aggregatrice», fornendo supporto alla definizione tecnica dei progetti, alla loro promozione nelle istituzioni e nelle imprese italiane, pianificando e sviluppando infrastrutture, servizi, o facilitazioni commerciali attraverso il porto franco di Trieste. «Il nuovo canale logistico-distributivo - conclude D'Agostino - potrebbe essere testato già a breve nell'ambito del vino italiano, con particolare attenzione alla produzione della Regione Friuli Venezia Giulia». Dall'altro lato, CCCC si assumerà il rischio delle operazioni collegate ai progetti di sviluppo e si impegnerà a favorire il made in Italy attraverso canali di diffusione dei prodotti italiani in Cina.
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